Non è il 2021 che avevamo immaginato e sperato, il virus è ancora qui tra noi più subdolo che mai. E l’emergenza non è il terreno più adatto a coltivare l’innovazione e il cambiamento che, come sappiamo, non si improvvisa, ma si conquista passo dopo passo. Certo l’esplosione della crisi economica, le disuguaglianze strutturali di genere ancor più amplificate dalla pandemia, pregiudizi e stereotipi ancora duri a morire, hanno segnato in modo doloroso in maggioranza le donne impiegate o imprenditrici soprattutto nei servizi, nel turismo, nel commercio e meno nella finanza, tecnologia, edilizia, tanto da introdurre il termine she-cession, ovvero recessione al femminile da Covid (Paola Profeta).
Dunque si è definitivamente arrestato il cammino delle donne verso la parità di genere?
Io credo che, nonostante tutto ci siano tanti segni fertili di speranza e che sia necessario renderli visibili.
Alla She-cession, ci piace opporre, a questo punto, la She-covery, il rilancio post crisi al femminile, come ha fatto Chiara Corazza, Direttora generaledel Women’s Forum for the Economy & Society, che afferma: «Il 2021 sarà un anno di ripartenza. E si riparte con le donne».
È necessario un totale cambio di paradigma che metta le donne al cuore dell’economia, della scienza e della società, così da assicurare che i Recovery Plan siano costruiti nel pieno rispetto del Sustainable Development Goal Numero 5” (“Raggiungere l’Eguaglianza di Genere e “empower” tutte le donne e le ragazze”).
Al Women’s Forum Global Meeting 2020 qualche dato positivo, tra i molti non proprio incoraggianti, è venuto fuori grazie al sondaggio Wfgm Barometer realizzato da Ipsos su 3.500 cittadini delle nazioni G7 (Italia, Usa, Germania, Francia, Regno Unito, Canada e Giappone). I risultati sono: il 91 per cento considera una priorità superare il gender gap (Italia e Francia in testa con il 96 per cento); il 78 per cento sostiene che un maggiore accesso delle donne al settore StEM e Ai (intelligenza artificiale) potrebbe portare benefici per la società e crescita economica (Italia, USA e Canada in testa con l’84 per cento).
Dunque, She-covery perché le donne siano costruttrici di futuro.
Intanto alcuni segnali importanti, internazionali e nazionali, sul piano normativo:
- Risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021 su: “Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025”;
- la Ratifica, a gennaio 2021, in Italia della Convenzione n°190 e della Raccomandazione che l’accompagna sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro approvata dall’OIL (Organizzazione Internazionale sul Lavoro) nel giugno 2019.
- Le Conclusioni del Consiglio Europeo del 2 dicembre 2020 in cui si invitano la Commissione e gli Stati membri a intensificare gli sforzi per ridurre il divario retributivo di genere e il divario di genere nell’assistenza e a combattere gli stereotipi di genere, utilizzando tutte le misure disponibili, per dare seguito alle misure definite nel piano d’azione dell’UE 2017-2019 “Affrontare il problema del divario retributivo di genere”.
- La Direttiva europea relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza del giugno 2019 (ancora non ratificata in Italia).
Accanto a queste importanti e rivoluzionarie norme, anche alcuni dati positivi, come quelli del Rapporto Donne Manageritalia del 1° marzo 2021.
A fronte di un calo dell’occupazione femminile in generale, negli ultimi anni in Italia stanno in compenso aumentando le donne manager e per di più giovani: una su tre è under 35 e un altro 28% è under 40. Il Rapporto, che evidenzia un corrispettivo calo del 10% di manager uomini, entra nel dettaglio rilevando che nel periodo esaminato i dirigenti privati sono diminuiti in generale del 3%. Anche nell’ultimo anno, dove i dirigenti sono invece tornati a crescere in modo più sostenuto (+1,1% 2019) sono aumentate quasi solo le donne (+5%), a fronte del +0,2% degli uomini. Se si guarda solo al settore dei dirigenti del terziario che hanno contratti gestiti da Manageritalia, dal 2008 al 2020, a fronte di una crescita totale del 14,7%, la presenza femminile è cresciuta del 51%. A dicembre 2020, le donne manager nel terziario sono il 22,2% del totale, contro il 19,7% del 2019.
Di fronte al calo delle donne occupate, anche di quelle in posizioni cognitive altamente qualificate, la crescita delle donne dirigenti, ancor più nel terziario, è uno spiraglio importante utile a trascinare tutto il mondo del lavoro verso un maggior spazio al merito e quindi alle donne.
Come è un segnale interessante che le donne presenti nei Consigli di Amministrazione delle società quotate in borsa siano più del 30%, grazie alla Legge Golfo Mosca.
Ed è anche grazie a queste spinte che ad aprile si insedierà la prima amministratrice delegata a guidare una Banca, la Banca Nazionale del Lavoro: Elena Patrizia Goitini.
Ma oltre i dati, sicuramente importanti, si percepisce un’energia positiva, un desiderio di riscatto, una grande mobilitazione che attraversa tutto il Paese con soggetti femminili istituzionali, come le 130 Consigliere di Parità che, in questo momento di pandemia, continuano ad essere “sentinelle” nei territori per contrastare le discriminazioni di genere, ma anche reti di donne e movimentistrutturati e non che hanno deciso di riprendersi la parola anche se in una piazza virtuale come quella dei social, di presidiare i luoghi delle decisioni e di essere presenti nei media.
E così si lavora su fatti concreti che potrebbero sembrare insignificanti, ma non lo sono, come prestare attenzione a tutti quegli eventi, convegni, seminari che prevedono solo relatori uomini, o al massimo una conduttrice donna e segnalarli alla pubblica opinione. Proprio per questa pressione esercitata sui social, l’ex Ministro Giuseppe Provenzano decide di non partecipare ad un incontro organizzato dall’Associazione Mecenate 80 sulla ripartenza dopo la pandemia, perché tutto il parterre è composto da uomini e su Twitter, postando l’immagine dei relatori maschi, scrive: “Me ne accorgo solo ora è l’immagine non di uno squilibrio, ma di una rimozione di genere. Mi scuso con organizzatori e partecipanti, ma la parità di genere va praticata anche così: chiedo di togliere il mio nome alla lunga lista. Spero in un prossimo confronto. Non dimezzato, però“.
Ancora al Festival su “Eros e Bellezza” a Verona, luglio/settembre 2020, i relatori dei 21 interventi sono tutti uomini, a parte l’attrice Jasmine Trinca e il problema viene subito evidenziato da commentatori/commentatrici sui social. Su Twitter, nasce l’hashtag #tuttimaschi della pagina social di Facebook #boycottmanels diventando in poco tempo virale, a sottolineare la mancanza di voci femminili nel dibattito, con la presa di posizione ufficiale di Gi.U.Li.A., associazione di giornaliste che scrive al festival: “Siamo sconcertate e imbarazzate per questa vostra scelta che denuncia mancanza di sensibilità, di curiosità e di voglia di innovazione. Le donne esperte in tutti i campi del sapere sono moltissime e ormai anche molto note, Parlerete di Eros e Bellezza,. Di amore. Al maschile? È questo secondo voi il mondo che ci circonda e che ci aspetta?”
A questa lettera seguono tante altre lettere di molte intellettuali da Alba Donati, a Michela Murgia, a Valeria Parrella e la nascita a Verona di un contro festival al femminile.
C’è, dunque, una nuova consapevolezza dei saperi e dei talenti delle donne che probabilmente esplode anche a seguito dell’assenza delle stesse nelle task force e nelle nomine delle Authority, Rai, designazione delle Partecipate pubbliche, di Commissioni e nel constatare che gli AD e i CEO, sono sempre uomini (Poste Italiane, ENI, Italgas, Generali, ENEL).
Nascono, così, grazie anche all’opportunità delle tecnologie, delle piattaforme, delle competenze di cui, gioco forza, moltissime donne si sono dovute impadronire velocemente con lo smart working (o meglio l’home working), tante iniziative destinate a informare, supportare, aggiornare o semplicemente mettere in circolazione le donne con i loro saperi. E questo scambio sta consentendo a tante di farsi conoscere, di fare rete, di scrivere su riviste o di essere presenti nei dibattiti televisivi.
Le donne, dunque, con i loro saperi e i loro talenti ci sono e cominciano ad essere sempre più visibili!
E ci sono anche le giovanissime, le donne di domani che sono state coinvolte in un progetto straordinario, partito dalla Sicilia nel 2019 e già presente in Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Veneto e Piemonte: Prime Minister, “una scuola di politica per giovani donne in un’età compresa fra 14 e 18 anni che vogliono intraprendere un percorso di formazione alla Politica – intesa come capacità di interpretare e guidare la società – e all‘attivazione civica. Le studentesse della Scuola vivono così un’esperienza di empowerment, che passa dal rafforzamento delle loro conoscenze e competenze trasversali, e crea una comunità pronta a sostenerle. La Scuola scommette sulle giovani leader, le “Prime Minister” di domani, per generare un impatto di medio e lungo periodo sull’intero Paese. L’obiettivo è che tutte le giovani donne italiane possano essere consapevoli delle proprie capacità, e diventare agenti di cambiamento nelle proprie scuole, comunità, città, nazioni.” (https://www.primeminister.it )
Ed oggi con la Vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, con la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, quella della Banca centrale europea Christine Lagarde e tante Presidenti donna (Estonia, Lituania, Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca) il sogno è reso possibile, nonostante le resistenze del mondo della politica alle donne.
L’energia positiva sta cominciando a dare i suoi primi importanti frutti anche nelle Istituzioni.
Le Università, i Centri di Ricerca, le Pubbliche Amministrazioni lungimiranti presentano i Bilanci di genere, primo passo verso l’equità di genere.
E, finalmente, quest’anno l’8 marzo non ci saranno più solo parole retoriche. Alcuni importanti eventi ci fanno comprendere come il pensiero e il desiderio di riscatto e di uguaglianza delle donne stia penetrando anche nel Governo nazionale e in alcuni Governi Regionali:
- La Ministra Elena Bonetti ha chiesto, nel gennaio 2021, alle Associazioni e alle Istituzioni di inviare i loro contributi per un percorso che porti alla definizione di “Una strategia Nazionale per la Parità di Genere”. L’8 marzo con una una web conference la Ministra inizierà a tracciare il percorso di un Piano che, finalmente, per la prima volta in Italia individui ambiti, obiettivi, azioni per la sua attuazione, grazie anche ai cospicui finanziamenti europei della Next Generation UE.
Anche l’Associazione CREIS, con la Rete Idee in Movimento, ha dato il suo contributo con un ampio documento, individuando le seguenti aree di interesse e le possibili soluzioni: (www.creiseuropeanresearch.eu )
- Lavoro: un nuovo paradigma femminile ed inclusivo (con 7 sub aree)
- Conciliazione vita lavoro (con tre subaree)
- Istruzione (con 4 sub aree)
- Digital empowerment (con tre sub aree)
- Imprenditoria
- Agricoltura
- Violenza di genere
E alcune aree trasversali:
- Valutazione di Impatto di genere (VIG)
- Informazione e Libertà di stampa
- La Città sospesa tra tradizione e cambiamento
- Diritti – Cittadinanza – Governance
- Medicina di Genere
- Educazione di genere e contrasto agli stereotipi.
In Regione Puglia, l’8 marzo, sarà presentata l’Agenda per la Parità di Genereper costruire un sistema di obiettivi, interventi e azioni misurabili grazie a indicatori di impatto breve, a medio e a lungo termine teso a superare le disuguaglianze strutturali di genere e territoriali. Un’Agenda nell’ottica del mainstreaming che non solo richiede interventi sull’Istruzione, Formazione, Lavoro, Innovazione, Sostenibilità, Salute, Contrasto alla Violenza, ma anche politiche per migliorare le condizioni di vita delle donne. Un percorso non definito, ma che si arricchirà via via di più sguardi e della partecipazione dell’intera comunità pugliese.
E, nella stessa giornata, viene attuato l’Art. 25 lettera c) della Legge Regionale 7/2007 per le Pari Opportunità (anche questa legge voluta da un’Assessora Donna con un ampio percorso partecipato): la nascita della Rete Regionale delle donne Elette, quale organismo di promozione e valorizzazione della presenza delle donne nella vita politica, grazie alla 1^ Presidente Donna del Consiglio Regionale.
Così, come pochi giorni prima, si è dato avvio all’attuazione dell’Art. 25 lettera d) la costituzione di una banca dati di curricula di donne esperte per facilitare l’individuazione di professionalità più idonee a ricoprire incarichi. (Progetto CREIS, Università pugliesi, Regione Puglia, CORECOM).
Importantissimo, infine, è il percorso di preparazione del W20 (il gruppo delle donne) che accompagnerà il G20 in Italia.
I governi del G20 sono attori chiave nell’affrontare le disuguaglianze e nel definire politiche di sviluppo sostenibile. In questo scenario la condizione sociale, economica e politica delle donne e delle ragazze sarà posta a tema centrale e dovrà essere affrontata e gestita da strategie e politiche future. Solo politiche che superino la discriminazione e gli stereotipi e investano sulle capacità e sulle opportunità per entrambi potranno offrire l’opportunità di sviluppare il massimo potenziale delle donne e delle ragazze. I focus individuate dal W20 sono: 1) Entrepreneurship and finance; 2)Digital; 3) Labor; 4) Violence against women; 5) environmental sustainability; 6) Cultural changes and gender stereotypes; 7) Health.
Le donne continueranno a presidiare tutti i luoghi delle decisioni affinché i finanziamenti provenienti dall’Europa siano investiti per superare le discriminazioni di genere e territoriali, creando occasioni di crescita per il Paese intero, perché senza le donne l’Italia non può crescere.
Sarà la nostra sfida, a partire da oggi, per una “nuova normalità”, basata su reali opportunità che consenta alle giovani donne che vogliono cambiare il mondo, di poterlo fare davvero.
Serenella Molendini
Presidente Associazione CREIS e Consigliera Nazionale di Parità supplente
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